Contraccezione dopo il parto Condividi! tweet Un tempo le nostre nonne dicevano che durante l’allattamento non si poteva rimanere incinte. In parte questa affermazione è vera: allattare al seno tende, infatti, a ridurre la fertilità. Questo perchè la prolattina, l’ormone della gravidanza responsabile della lattazione, è anche in grado di inibire l’ovulazione. Tuttavia l’allattamento materno non è un metodo anticoncezionale “sicuro” al 100%. Solo le donne che nutrono esclusivamente al seno corrono un minor rischio di concepire di nuovo e solo per poche settimane: dopo tre mesi dal parto, la funzione ovarica riprende infatti nel 25% delle donne che allattano naturalmente e l’ovulazione può avvenire anche due settimane prima la comparsa del flusso mestruale. Nei giorni successivi alla nascita, la donna è concentrata sul bambino e il suo organismo è impegnato a tornare come era prima della gravidanza. E’ normale quindi che la donna sia molto stanca ed è raro che abbia un forte desiderio sessuale. In più, se ha subito un’ episiotomia, i punti di sutura non facilitano di certo una rapida ripresa dell’intimità. Per tornare ad avere rapporti sessuali è meglio aspettare la fine del puerperio, 40 giorni dopo il parto. Se la donna si sente in forma, comunque può tranquillamente far l’amore: importante è usare sempre il profilattico. E questo non solo per prevenire un’eventuale gravidanza, ma soprattutto per scongiurare possibili infezioni: le mucose genitali di una puerpera sono molto delicate, in più lo sperma modifica il pH genitale aumentando il rischio di vaginosi batteriche. La pillola durante l’allattamento La pillola tradizionale, che prevede una formula combinata di estrogeni e progesterone, non è indicata durante l’allattamento, perchè gli estrogeni passano nel latte, modificandone la composizione e la quantità, con conseguenti influenze sullo sviluppo del bambino. E’ stata studiata una speciale minipillola, che contiene solo un ormone progestinico che a patto di assumerlo correttamente, garantisce un effetto contraccettivo di poco inferiore a quello delle pillole combinate. Si può assumere anche a quattro settimane dal parto. Tuttavia e sconsigliata nel caso di patologie epatiche e, come per la pillola tradizionale ha gli stessi effetti collaterali: nausea, irregolarità nel ciclo, acne e aumento di peso. La spirale In alternativa alla pillola si può scegliere la spirale, un piccolo dispositivo in plastica a forma di T che il ginecologo applica all’interno della cavità uterina, dove provoca una leggera infiammazione per rendere più difficoltosa l’annidamento di un eventuale ovulo fecondato. Oggi ne esistono due tipi: una al rame che libera ioni nell’utero, funziona anche da spermicida, e una ormonale, che rilascia ogni giorno una piccola quantità di progestinico nell’utero. Si può inserire 6 settimane dopo il parto, una volta in sede però necessita di un controllo ginecologico ogni 6 mesi. E’ sconsigliata a chi ha già avuto gravidanze extrauterine, soffre di infezioni ricorrenti ai genitali, fibromi uterini, cisti ovariche, flussi abbondanti e anemia. Verso la fine del puerperio, 40 giorni dopo il parto contraccezione dopo il parto pillola dopo il parto sesso dopo il parto 2010-05-15 esseremamma Condividi! tweet