Allattamento al seno: il capezzolo Condividi! tweet Il capezzolo funge da interruttore della poppata, se l’ attacco è corretto l’ allattamento non subisce intoppi. Se invece si ha un errore di percorso possono insorgere piccoli disturbi che rischiano di alterare i naturali ritmi della nutrizione al seno. Per funzionare il capezzolo, però, ha bisogno dela collaborazione del neonato, se il piccolo afferra il capezzolo e succhia bene, nella mamma si innesca il processo di produzione di ossitocina, l’ ormone che permette di portare il latte verso l’ esterno, e la produzione di prolattina un ulteriore ormone che stimola gli acini mammari a produrre nuovo latte per la poppata succesiva. Grazie alla stimolazione del capezzolo non c’ è possibilità che il latte ristagni all’interno della ghiandola mammaria o che il piccolo rimanga a digiuno, infatti quanto più il piccolo succhia tanto più aumenta la produzione del latte. Conosciamo il capezzolo Sull’ apice del capezzolo ci sono alcuni forellini ( i pori lattiferi) che fanno da sbocco naturale al latte prodotto dagli acini mammari. Se il capezzolo è piatto, cioè l’ apice del seno è piatto o addirittura rientrante, il piccolo potrà fare fatica per una corretta suzione, però ciò non impedirà l’ allattamento; infatti già durante la gravidanza il capezzolo diventa più sporgente. Ma se così non fosse occorre vedere se lo stimolo esercitato dal bambino con la suzione o manualmente dalla mamma, ottiene il risultato desiderato. Se il capezzolo fa male Il capezzolo è certamente una zona delicata, ma è anche molto elastica e resistente, protetta da un film impermeabilizzante. Ciò nonostante i primi periodi di allattamento possono risultare doloranti, o presentare delle leggere abrasioni ( le ragadi ), questo dipende da una corretta suzione del piccolo che afferra solo la punta del capezzolo, traumatizzandola. Il primo segreto per evitare inconvenienti è quello di fare attenzione all’ attaccamento del piccolo durante le poppate. Per essere una corretta suzione il piccolo deve afferrare non solo il capezzolo ma anche una porzione di areola; deve avere il labbro inferiore rovesciato all’ esterno, e le gote gonfie, e deve deglutire senza strani schiocchi delle labbra. Se si formano le ragadi Se la suzione e l’ attacco non sono corretti, sulla base e sulla punta del capezzolo possono comparire le ragadi: fessurazioni molto dolorose, che possono formare una raggiera su tutto l’ apice del seno, e a volte sanguinano. Occorre ottimizzare l’ allattamento, in modo che la suzione cessi di essere fonte di disagio: se ciò avviene, le ragadi cominciano a guarire da sole e in un paio di giorni si notano i primi miglioramenti. Comunque alla fine della poppata stendi una goccia finale del latte sul capezzolo, contiene alcuni fattori disinfettanti. Cosa fare per mantenere in salute il capezzolo Come già detto la prima cosa da fare è quella di controllare la poppata del piccolo e l’ attacco al seno, e dopo ogni poppata cercare di mantenerlo sempre asciutto. Si possono usare delle coppette raccogli latte di materiale plastico che hanno dei piccoli forellini ( in vendita in qualsiasi sanitaria ), i quali permettono il passaggio dell’ aria, ma evitano che biancheria e abiti frizionino sui capezzoli irritandoli Cosa non fare Non lavare il capezzolo con acqua e sapone, rimuoveresti il film che li protegge. Se hai delle leggere abrasioni o ragadi non usare coppette assorbi latte: creano un ambiente umido che rallenta la ciatrizzazione, ma usa le coppette raccogli latte in plastica o gomma che hanno dei forellini per far respirare la zona interessata. Se il dolore delle ragadi è insopportabile, svuota il seno a ogni poppata con un tiralatte o manualmente, mantenendo il ritmo del bambino, poi travasa il latte in un contenitore e offrilo al bebè da una tazzina o con un cucchiaino, ma non con una tettarella artificiale che interferirebbe con la suzione artificiale, così una volta cicatrizzate le ragadi potrai tornare ad allattare al seno il tuo bambino. allattamento al seno capezzolo durante allattamento 2007-04-18 esseremamma Condividi! tweet